Il contratto discografico: contratto di edizione musicale
15/06/2023Una figura fondamentale ma spesso temuta: il manager è fondamentale nella carriera di un artista. Ma da dove si parte? Cosa è meglio prevedere nel contratto? Vediamolo insieme.
Che cos’è un contratto di management?
Il contratto di management è quel contratto con il quale l’artista affida in esclusiva ad un manager la gestione, promozione e la cura della sua attività e immagine. Il manager è una figura fondamentale nella carriera di un artista, essendo colui che si occupa di tutto ciò che il musicista non può seguire, perché occupato e concentrato sulla sua arte. Il manager trova concerti, sponsor, contratti con case editrici, etichette discografiche, negozia le condizioni economiche, cura l’immagine dell’artista. Rappresenta i suoi interessi nei confronti di radio, televisioni, locali ecc…
Il contratto può essere di diversi tipi.
1) Tour Manager: è colui che si occupa di grosse produzioni e fornisce tutto il necessario per la loro gestione: artisti, tecnici, facchini, catering, ecc. Si occupa dell’attività live dell’artista e lo segue nei tour.
2) Road Manager: è colui che si occupa dei trasferimenti, trasporti e soggiorni degli artisti.
3) Manager Produttore esecutivo: è colui che, oltre all’attività di management, finanzia in tutto o in parte l’artista per la realizzazione del proprio disco.
4) Manager Produttore artistico: è colui che, oltre all’attività di management, segue anche la produzione artistica del disco dall’interno: arrangia, decide il suono, sceglie i turnisti, lo studio di registrazione, ecc…
Il segreto del successo
Affinché un musicista abbia successo, servano tre requisiti fondamentali: un buon artista, che è la base, una buona etichetta discografica che sappia dove, come e in che formato sia meglio distribuire il vostro disco, e un buon manager. All’inizio della carriera musicale è fondamentale trovarne uno buono. Non bisogna avere fretta e scegliere un soggetto su cui non riponete fiducia. Inoltre, non crediate che i migliori manager si trovino solo nelle grandi agenzie. Credo che in un contratto di management sia determinante la persona, non l’agenzia da cui proviene. A volte è meglio un rappresentante che si dedichi a voi in forma esclusiva che un grande manager per il quale non avete alcuna priorità. Ma come funziona un contratto di management?
Clausole comuni nei contratti di management
È abbastanza comune nel contratto conferire al manager poteri di rappresentanza. Grazie a questo, esso può sottoscrivere a nome dell’artista i contratti necessari per la sua attività. L’artista può comunque revocare l’incarico in qualsiasi momento, ad esempio qualora venga meno il rapporto di fiducia. Meglio iniziare con contratti senza mandato di rappresentanza. In questo modo potrete avere un maggiore controllo sull’attività del manager, che dovrà pertanto sottoporre i contratti alla vostra attenzione e sottoscrizione. Tale controllo si reputa fondamentale nei contratti discografici, dove la firma dell’artista è imprescindibile. Il consiglio di carattere generale è, quindi, di non conferire un mandato di rappresentanza troppo ampio e preferire un mandato che consenta al manager solo una gestione ordinaria dell’attività dell’artista. Oppure un mandato che imponga la firma congiunta del manager e dell’artista per i contratti più importanti per la carriera di quest’ultimo.
Promozione
Il manager si impegna a negoziare per conto dell’artista concerti, partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e televisive, a fornire consigli connessi alla sua immagine e, in generale, a occuparsi di tutto quanto sia correlato alla promozione e al lancio dello stesso. Si consiglia di inserire una clausola che assicuri all’artista un numero minimo di spettacoli all’anno, pena la risoluzione del contratto. L’aspetto promozionale, un tempo gestito interamente dagli uffici interni delle case discografiche, oggi è spesso delegato all’esterno, ad agenzie con differenti competenze, tra cui, appunto, agenzie di management, per divulgare attività, immagine e nome dell’artista.
Autorizzazione all’uso del nome e immagine dell’artista
L’artista autorizza il manager all’uso del suo nome, del suo marchio e della sua immagine, per esempio, su qualsiasi materiale di merchandising, o per produrre attività non musicali, sempre nel rispetto del suo onore, del suo decoro e della sua reputazione. La durata è quella che prevedono le parti, tuttavia, consiglio una durata breve, con la possibilità magari di rinnovo di anno in anno, visto, appunto, il carattere fiduciario del contratto. Tuttavia, bisogna anche considerare che se il manager, in cui magari riponete la massima fiducia, vi propone un contratto di durata molto breve, difficilmente avrà delle serie intenzioni di investimento: un concreto progetto artistico manageriale, infatti, richiede almeno tre anni.
Il manager solitamente percepisce una percentuale del corrispettivo dell’artista. La percentuale è quella che voi concordate, ma varia proporzionalmente al successo dell’artista, da un 5% per artisti di grande fama ad un 40% per artisti esordienti, ovvero percentuali decrescenti in funzione della celebrità. Un’altra formula manageriale è quella di associarsi al manager, quindi, prevedere una sua partecipazione come se fosse un componente del medesimo gruppo artistico. In tal caso la percentuale dovrà essere oggetto di negoziazione fra le parti.
In generale…
Si consiglia di prevedere nel contratto l’obbligo della redazione di un rendiconto dettagliato delle somme percepite. Potrete così calcolare le quote spettanti all’artista e al manager. Normalmente spetta all’artista redigere il rendiconto e provvedere al pagamento del manager, ma se avete delegato quest’ultimo a incassare in nome e per conto vostro, l’obbligo del rendiconto ricadrà invece sul manager. Molte compagnie discografiche richiedono talvolta il controllo dei diritti di rappresentazione artistica. Infatti, i vari ruoli dei professionisti del settore musicale, prima rivestiti da persone diverse con qualifiche e competenze specifiche, tendono sempre più a confondersi e a concentrarsi in pochi soggetti, con tutte le conseguenze negative che tale innaturale unificazione dei ruoli comporta. Le case discografiche si sono trasformate in entertainment companies il cui principale scopo è quello di sfruttare a 360 gradi l’artista e la sua attività, di qualunque tipo sia: produzione dei dischi, management, edizioni musicali, edizioni letterarie, ecc.
Avv. Sveva Antonini